Poi:
Adamo ed Eva, concepirono due figli: Caino ed Abele, il primo dei quali venne al mondo con già addosso una casacca bianconera a strisce verticali. Dopo il famosissimo fallo da rigore compiuto da quest’ultimo ai danni del fratello, che poverino ci rimise le penne, (questo fallo è secondo per fama solo a quello di Iuliano su Ronaldo di Ceccariniana memoria) Dio fece riunire la commissione arbitraria dell’Aia per stabilire la squalifica, sulla base delle immagini della moviola usata come prova televisiva.
Bocciata la proposta di radiare Caino, il gran consiglio si limitò ad infliggere una punizione un poco meno severa.
«Due giornate di squalifica con possibilità di ricorso, da scontare tra il due ed il trentuno di Agosto.» Fu la proposta del pubblico ministero sportivo. Dio, un po’ contrariato dalla mano poco pesante del giudice, senza voler aggiungere altri provvedimenti, volle prendere la parola.
«Tu sarai maledetto negli anni a venire. I tuoi seguaci saranno chiamati gobbi e saranno dei mafiosi e ladri matricolati. Vincerete molto, ma ad ogni vittoria sarà legato il dubbio di aver rubato, per essere riusciti ad ottenerla.»
«D’accordo Signore! A me sta benissimo così!» Replicò sicuro di se Luciano Mog… Caino.
E Caino si accoppiò con la moglie. (e qui andrebbe aperta un’indagine federale: Sulla terra a quei tempi, avrebbero dovuto esserci oltre a Caino solo Adamo, Eva ormai troppo vecchia per generare figli, ed il povero Abele vittima come abbiamo visto del fallaccio da dietro del fratello. Dove avrebbe potuto trovare una moglie? Sorvoliamo va, che è meglio…)
Da questa fantomatica unione nacque Enoc. Dopo essersi assicurato la discendenza Caino si dedicò al suo nuovo lavoro: edificare delle città. (Anche in questo caso sarebbe utile aprire una parentesi. Abbiamo visto poco fa, come sulla terra le persone presenti fossero decisamente pochine. Gli eventuali nonni di Enoc, il papà e la fantomatica madre. Facciamo al massimo esagerando, una decina di persone in tutto. Mettersi a costruire una città, che avrebbe poi chiamato Enoc come il figlio non sembra una grande idea. Sarebbe un po’ come fare il rappresentante di frigoriferi in Alaska, ma tant’è!)
Enoc a sua volta ebbe dei figli: che volle chiamare Qui, Quo e Qua. Dall’unione spuria dei tre figli venne al mondo un figlio QuiproQuo. Il nome abbastanza singolare era dovuto al fatto che Qua, l’unica femmina era stata posseduta contemporaneamente dai fratelli, e per cui non era stata in grado di stabilire l’esatta paternità. Quiproquo, di indole confusionaria dedicò la sua breve vita a riprendere in mano molti dei progetti, lasciati incompiuti dal nonno: ed in particolare il furto ed i ricatti.
QuiproQuo, ebbe un solo figlio che volle chiamare in suo onore Pro. Pro crebbe sano e forte, e stranamente di sani principi. Egli disubbidendo al padre, si unì in matrimonio con una schiava etrusca di nome Verbi. Dal loro felice connubio furono generati parecchi figli, comunemente chiamati proverbi: Tantovalagattalalardochecilascialozampino, Mogliebuoideipaesituoi, Rossodiserabeltemposispera, Nataleconituoipasquaconchivuoi. L’ultimo nato della cucciolata, Sopralapancalacapracampasottolapancalacapracrepa, stanco di dover impiegare ore ogni qual volta gli capitava di firmare un assegno, decise di riservare migliore sorte ai figli e (si sussurra anche assalito dal sospetto di non esserne veramente il padre) optò per chiamare questi ultimi: X,Y,Z. (“le incognite”)
Ad X fu lasciato l’onere di continuare la dinastia della prestigiosa famiglia. Esso ebbe molti figli con mogli diverse. I più famosi sono Eroina, LSD, Anfetamina, Crack, Marijuana. Anfetamina fu il più determinato a conseguire ed aggiungere prestigio alla propria famiglia. Come primo segnale di potere si adoperò per fare in modo che il più giovane dei fratelli, fosse rinchiuso in modo da non rompere le scatole con le sue fregnacce riguardanti la fratellanza e la pace. Era certo che eliminata la pecora nera della famiglia, tutti gli altri avrebbero remato con lui nella corretta direzione. Marijuana però, non era uno sprovveduto ed approfittando della proposta di legge sulla liberazione delle droghe leggere, chiese ed ottenne di essere liberato e con insospettabile facilità riprese il potere, facendo in modo che i fratelli fossero ricercati e perseguitati dalle truppe del re Erode.
Il periodo di reggenza di Marijuana fu uno dei più felici e prolifici della storia. Egli, non ebbe mai una moglie ma riuscì lo stesso a mettere al mondo una settantina di figli, tutti dei fiori, vincendo anche il premio a Woodstock per il gruppo più numeroso. Tra questi discendenti, il più rappresentativo fu Sballah, che convertitosi all’islamismo, si ritirò in un emirato arabo facendo perdere le sue tracce. Il povero Marijuana che aveva riposto in lui tutte le speranze di continuare la discendenza, dovette accontentarsi dei gemelli Sim, Sala, Ebim.
L’ultimo passò alla storia per avere inventato il fascio di elettroni (l’e-beam) gli altri due si dedicarono al furto, riprendendo così le tradizioni di famiglia.
Vista la mancanza di banche ed uffici postali da rapinare e soprattutto dei soldi da sgraffignare Sim indirizzò la sua attività verso l’abigeato. Fu proprio nell’ambito della sua attività lavorativa che conobbe biblicamente una zebra. Dal rapporto carnale tra i due fu generato Centaurus una creatura metà umana (a parte la faccia sicuramente da pirla) e metà equina con tanto di striature bianconere. Per nulla inorridito da un simile mostro, ma anzi, affascinato dalla sua potenza fisica il fiero papà lo schierò all’ala destra della formazione di famiglia.
L’utilizzo di un simile atleta sulla fascia di competenza, generò subito una lunga serie di mugugni da parte delle compagini avversarie che ancora una volta si rivolsero al tribunale sportivo cercando di ottenere giustizia.
«Premesso che il passaporto di Centaurus è regolare, credo che l’unica altra lamentela che possiamo prendere in considerazione è quella degli scarpini. Chiediamo pertanto al signor Sim, di voler fornire al suo anim… giocatore degli zoccoli di un materiale più idoneo…»
«Ma non avete visto che ha quattro gambe?» Urlò uno degli avvocati delle squadre accusatrici interrompendo la requisitoria del giudice.
«Certamente, che lo abbiamo visto! In base al rapporto federale che ha esaminato il caso però, possiamo affermare con sicurezza che questo fenomeno è dovuto esclusivamente allo specifico ed intensivo allenamento. Grazie al lavoro eseguito in palestra, il signor Centaurus è stato in grado di modificare il suo stato fisico fino al raggiungimento dell’attuale e permettetemi di aggiungere invidiabile, muscolatura.»
Centaurus oltre che mietere successi ed avversari lungo la corsia di destra, dedicò parte del suo tempo a continuare la discendenza di Caino. Mise al mondo una notevole quantità di figli con madri sempre diverse, frutto di incontri casuali ed a pagamento. Questo particolare legittimerà, le generazioni future quando anni più tardi, in molti definiranno i pronipoti di questi signori: “figli di puttana!”
Mi rendo conto di essere uscito un po’ dal seminato e soprattutto dal tema del libro, ma potrebbe essere necessario per la ricerca delle origini del gioco in oggetto.
Centaurus come detto, ebbe una smisurata prole, con unico comune denominatore, il padre. Madri differenti contribuirono a svariare tali creature, molte delle quali assolutamente anonime, che non meritano di essere citate. Tra i più famosi figli si possono ricordare invece Web e Cam, che diedero la possibilità di vedere il mondo da un altro punto di vista. I due discendenti diedero i natali a Parola, ottimo atleta, noto soprattutto per una plastica rovesciata, che sarebbe diventata in seguito il simbolo delle figurine Panini.
Altri figli, nati dall’incrocio, o copula che dir si voglia del campione quadrupede con un’altra creatura mitologica, metà donna e metà pecora, (le solite malelingue attribuiscono alla figura mitologica queste caratteristiche solo in virtù della posizione preferita dalla stessa, nell’espletamento delle questioni amorose) di nome Bianca, meritano di essere menzionati. I figli della strana coppia, infatti, fondarono a loro volta una famosa e facoltosa stirpe: gli Agnelli.
Gli Agnelli misero al mondo numerosi figli: Bianchina, la primogenita, poi Gianni, Umberto, Susanna ed un’infinità di altri eredi che per comodità furono chiamati con dei numeri. Tra questi vale la pena di ricordare: Centoventiquattro, Centoventicinque, Centoventisei, Centoventisette, Centoventotto, Centotrentuno, Centotrentadue. Poi ancora Cinquecento, Seicento, Ottocentocinquanta anche in versione coupè ed Abarth, (uno dei figli illegittimi riconosciuti in seguito) Ritmo, Panda e Regata.
Fu nel periodo di adolescenza di centotrentuno che la facoltosa famiglia fondo la F.I.G.A. Federazione Internazionale Giovani Agnelli, atta a ridare prestigio alla nobile arte della briscola a chiamata.
Con la prole ormai cresciuta a dismisura, è abbastanza difficile continuare a seguire la dinastia di Caino. Sembra però, che una delle figlie più trascurate della grande famiglia Agnelli, tale Duna, della quale si mormora che fosse null’altro che Uno, dopo aver deciso di cambiare sesso, si fosse trasferita in Asia, più precisamente nel Katai, ed avesse condiviso la propria esistenza con l’uomo della sua vita, un lontano discendente di Marco Polo. Dalla loro unione fu generato un figlio abbastanza ibrido: Palio. Chiamato così in onore di Centaurus, il trisavolo che aveva partecipato con scarso successo a ben otto edizioni del celeberrimo Palio di Siena.
Palio si unì in matrimonio con Beth, (sorella di un famoso giocatore del Milan anni settanta) un procace troione Persiano, importato durante la campagna dell’impero d’oriente dall’imperatore Costantino. Il donnone, decisamente manesco ebbe presto la meglio sull’incauto marito e cominciò a riempirlo di sberle sin dalla prima notte di nozze. Le origini mediorientali della donna condizionarono anche i nomi della figliolanza dei due, ai quali ella impose il cognome del nonno paterno Alì. Dall’infelice coppia videro la luce, infatti, Viad’Alì, Toglitid’Alì, Toglilod’Alì, Spostatid’Alì e Muhammad Alì. (Quest’ultimo, riuscì a farsi cambiare il nome all’anagrafe dopo avere raggiunto la maggiore età, trasformando in Muhammad Alì, l’originario Melomett’Alì.) Ultima nata della famiglia fu Alì-ce, che divenne famosa per essere dedita all’abuso di sostanze stupefacenti che le provocavano frequenti viaggi con la fantasia “nel paese delle meraviglie.”
Dal matrimonio di Muhammad Alì con Boniperti, vide la luce la più fetida creatura che abbia mai posato piede o zampa sulla faccia della terra. Cerberus, una belva a tre teste. (tutte rigorosamente di cazzo). Amina, (così Muhammad amava chiamare in intimità Boniperti,) cercò con molto amore di allevare la bestia che una volta attaccata al seno materno, azzannò profondamente la tetta provocando il dissanguamento della genitrice. Il terribile mostro a tre teste fu allora chiamato Triade e le singole teste ( sempre più che mai di cazzo) Bettega, Giraudo e Moggi. Dall’unione dei tre, con una contadinella delle langhe comunemente chiamata per via della sua professione, “Agricola,” nacquero alcuni figli: EPO, Creatina e Nandrolone..
I tre figli maggiori crescendo si misero subito nei guai frequentando troppo assiduamente uomini sportivi, sempre in abito corto a righe rigorosamente bianche e nere. Tutti e tre ebbero parecchi problemi con la giustizia sportiva, ma grazie all’appoggio politico a palazzo, le loro malefatte furono tollerate, almeno fino alla calata dei Barbari.
Orde di stranieri, infatti, discesero dal freddo nord invadendo il bel paese, travolgendo tutto al loro passaggio, osannando Odino, il mitico Thor, Capitan Miki ed il comandante Mark.
Uno di questi nuovi arrivati, un tale di origine Boema e di nome “Zeman il barbaro,” pur essendo compassato e di poche parole, mise il dito nella piaga, mettendo alla luce quello che tutti sapevano e che solo l’omertà teneva nascosto.
«Del Piero è un ricchione!»
Il fatto che qualcuno si fosse preso la libertà di schierarsi contro la discendenza di Caino e degli Agnelli, scosse un pochino il mondo politico, ma fu quando il taciturno barbaro spiegò il motivo della sua sparata:
«Alex se la fa con EPO!»
che il dottor Azzeccagarbugli Guariniello si fece strada facendo sua la crociata e scagliandosi lancia in resta contro la “mano nera, anzi bianconera.”
«E che c’azzecca con il due?» Chiederà sicuramente qualcuno di voi.
«Che ne so! Mi piaceva così tanto che ce l’ho messo. Poi, in fondo qualcosina pure c’azzeccherà…»
sabato 6 marzo 2010
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